In previsione di un mio soggiorno nella bella città di Torino, mi sono messa alla ricerca di una guida ad hoc per conoscere gli itinerari da percorrere nel breve tempo di cinque giorni. Per me, abitante nel centro Italia, Torino è geograficamente lontanissima, e raggiungerla è come andare all'altro capo del mondo, il viaggio in treno, che dura cinque ore (con sosta per il cambio a Bologna) sembra interminabile.Sarà per questo che negli anni non l'avevo mai considerata come mèta di un possibile tour turistico. Nella mia immaginazione, inoltre, Torino era quella metropoli caotica, grigia e triste, dei documentari sull' immigrazione italiana degli anni '60, con le famiglie del Sud Italia accatastate in pochi metri quadri di una casa fatiscente di ringhiera, e gli operai della Fiat, che si accalcavano sui bus per raggiungere la fabbrica con lo sguardo spento di chi ha il cuore altrove. Oggi quei migranti sono gli insegnanti che si spostano al Nord anche solo per fare una supplenza di un mese, sono gli extra comunitari di ogni nazionalità, sono i laureati cui la città offre opportunità di studio e specializzazioni. L'operaio non esiste più, inghiottito dal mutare della storia che ha svuotato le fabbriche portandole oltre i confini italiani. La Fiat, oggi , è sede di un importante polo culturale, con al suo interno il Museo dell'auto, una delle mete quasi obbligate segnate nelle guide turistiche.Tra le mète turistiche meno popolari mi piace segnalare, in quanto illustratrice e appassionata di libri illustrati per l'infanzia, il MUSLI (museo della scuola e del libro per l'infanzia) sito in Via Corte d'Appello 20 , realizzato dalla Fondazione Tancredi di Barolo, nata nel 2002, che si
ricollega alle iniziative di carattere pedagogico promosse nella prima
metà dell’Ottocento dai marchesi Barolo. L'ente è stato creato grazie al
cospicuo fondo di libri, disegni originali, giochi e materiale
didattico donato da Marilena e Pompeo Vagliani e grazie alla
disponibilità dell’Opera Barolo a destinare locali e servizi all’interno
di Palazzo Barolo. In questo singolare Museo è possibile seguire un percorso tra le stanze del palazzo gentilizio dei Marchesi di Barolo dove sono stati allestiti gli spazi museali che ripercorrono la storia del libro illustrato per l'infanzia dalla fine dell'ottocento ai giorni nostri, con l'esposizione di illustrazioni d'epoca, giornalini, libri, riviste, stampe, giochi e dischi in cartone, piccole radio, lanterne magiche e giradischi degli anni '30 in uso ai bambini dell'epoca. Si sogna ad occhi aperti, tuffandosi nel passato e ti sembra di sentire le grida dei bambini che giocano e i loro volti stupiti davanti alle colorate e buffe illustrazioni prima che la vita li faccia diventare grandi e poi vecchi e infine solo un ricordo sfumato di migliaia di volti che non abbiamo mai conosciuto. Bambini che non esistono più, i nostri nonni e bisnonni, bambini, donne e uomini di un tempo lontanissimo i loro libri, sapientamente conservati, ancora ci raccontano di quel tempo fugace ed effimero della loro infanzia così diversa da quella dei bambini di oggi.
Per un momento ritroviamo una sorta di dolcezza nel cuore. Quella che sgorga dalle tenere immagini di "Lillo e Lalla" rappresentati dal grande Antonio Rubino per il "Corriere dei piccoli" o dalla "Banda degli orsi" , dalle "Avventure di Spumettino" e di "Pipino che nacque vecchio e morì bambino". Grazie al MUSLI ho potuto conoscere l'illustratore di Quadratino e di Ciuffettino, del signor Bonaventura, e di tantissimi altri personaggi che ho conosciuto dalle pagine di una vecchia raccolta del "Corriere dei piccoli" d'antan.
Di fantasia ce n'era tanta a quei tempi, quando il computer, gli smartphone, i tablet, e tante altre diavolerie del nostro tempo non avevano ancora rubato lo spazio alla nostra immaginazione e alla nostra creatività. I bambini della scuola d'infanzia (allora chiamata "asilo") sapevano ricamare e intrecciare nastri di carta per farne piccoli doni , avevano capacità manuali precoci, quasi da adulti, dovevano prepararsi presto ad affrontare il futuro e quindi il lavoro; il "saper fare con le mani" era importante come esperienza conoscitiva, ludica e creativa.
Il percorso museale continua con una parte dedicata alla Storia della scuola, attraverso una serie di esposizioni di materiali didattici usati nelle aule delle scuole di fine Ottocento, e la ricostruzione di aule scolastiche dell'epoca con i banchi originali, i pennini e i calamai, i quaderni e i dizionari, l'aula di scienze e quella dei giochi e tanto, tanto altro ancora...
Potrei scrivere per ore del MUSLI, ma mi fermo qui, con l'augurio che questo mio modesto contributo possa essere utile e interessante per qualcuno.
per chi volesse saperne di più: http://www.fondazionetancredidibarolo.com/musli.php