Il self publishing


SELF PUBLISHING: QUANDO E' LA SCELTA MIGLIORE

In questo post voglio parlare della mia esperienza con il self publishing, affrontando i molti pregiudizi che ruotano intorno a questa tipologia di produzione libraria. Diciamocela francamente, non bastano studi, riconoscimenti e pubblicazioni, la vita lavorativa dell' illustratore è alquanto precaria. Il nostro non è considerato nemmeno un lavoro, soprattutto in Italia. Per questo, molti illustratori per vivere sono costretti a fare tutt'altro, anche se il "vizio" di illustrare non lo perdono e ogni tanto provano a proporre i loro lavori agli editori, scontrandosi con porte chiuse e muri di gomma della piccola e media editoria.  Allora, perché continuare a collezionare i  proverbiali "le faremo sapere" o ad aspettare risposte che non arriveranno mai, sapendo che: 
-  L'EDITORE non guarderà mai il vostro progetto a meno che   non gli venga segnalato dal critico, autore, professore, tal dei tali.
- Non  considererà mai il vostro progetto a meno che non siate un nome  già affermato con migliaia di copie vendute;
- Non avrà alcun interessa al vostro libro se non gli assicurate la vendita tramite scuole, librerie, fiere, mercati, rotary club e compagnia cantando ovvero facendo il doppio lavoro di autore, illustratore e rappresentante non pagato. 
- Non scaricherà i vostri file quando glieli spedirete, tanto per ricordarvi che se non avete santi in paradiso, ma avete solo un cv lungo e largo come l'America, una ventina di corsi e stage di specializzazione, menzioni d'onore, pubblicazioni, segnalazioni, vi siete dimenticati che siete in Italia dove la meritocrazia e lo studio non valgono una cippa.
- "Bene che vada" se la vostra opera sarà di suo interesse vi potrete aspettare una proposta di pubblicazione non retribuita, se non con il 2-3% di royalties sul venduto (sempre che vi diate da fare da soli a vendere le copie stampate on demand) magari dopo aver sottoscritto un contratto vessatorio in cui vi si chiede la cessazione dei diritti di utilizzo per vent'anni e l'acquisizione degli originali, come mi è capitato anni fa, rifiutando, la proposta di una piccola casa editrice  furbetta.
- Nessun editore vi darà una rendicontazione in tempo reale del venduto  con le  percentuali che vi spettano, se avrete accettato un contratto con pagamento in royalties;
E potrei andare avanti per ore nell'elencare i motivi per cui se non avete la fortuna di trovare un mecenate è meglio non illudersi di pubblicare senza aspettarsi qualche fregatura. 
Insomma, per tutto quanto ciò premesso, sarebbe ora che certi editori di cui il marcato è pieno,abbiano più rispetto anche per il loro di lavoro, finendola con lo sfruttare e umiliare gli artisti che con il loro lavoro dovrebbero vivere. Dietro un libro c'è un duro lavoro fatto di competenze e studio, ma ahimé, permane la convinzione che chi "disegna" o "scrive" lo faccia per divertimento.
Spesso parlando con piccoli editori in occasione delle varie fiere del libro, mi sono sentita rispondere: "Non possiamo permetterci di pagare gli illustratori, il nostro è un settore difficile, in crisi, non riusciamo ad avere ricavi nemmeno per noi stessi..."
Beh, non mi sembra un valido motivo per chiedere soldi a chi vuole pubblicare, né per chiedere agli autori di svendere il frutto del proprio lavoro creativo.
Provate a dire ad un falegname, idraulico, muratore o chi sia: "Sa non ho soldi per pagarla, però posso farle pubblicità e mandarle altri clienti in futuro". 
Riguardo alla pubblicità promessa da certi editori  appellandosi al luogo comune del "tutto fa curriculum" è quanto di più falso possa esistere, chi accetta di lavorare gratis o sotto pagato, finirà col danneggiare se stesso e la propria categoria e non avrà nessun tornaconto. Inoltre, ci saranno sempre editori che si sentiranno legittimati ad usare questo sistema perché tanto qualcuno che  accetterà lo troveranno sempre.
Tutto questo preambolo per arrivare ad una logica conclusione:
 "se devo essere pubblicata da un piccolo editore che non venderà mai il mio libro, che mi sottoporrà un contratto vessatorio con cessione di diritti a tot anni, che non mi farà mai vedere le rendicontazioni delle vendite, che finge di stampare 500 copie e invece ne stampa solo una on demand, che al peggio mi chiede pure l'acquisto minimo di un tot di copie e non distribuirà mai il libro, beh, allora tanto vale auto pubblicarsi, almeno non mi sento presa in giro e il mio lavoro non subirà gratuite mortificazioni da parte di chi spesso s'improvvisa esperto editore ed art director  senza  alcuna cognizione di causa. Dal mio canto,  ho deciso di pubblicare "I racconti di Verde quiete"con  You Can Print,  mettendo l'opera in vendita sugli store online. YCP assicura un servizio di rendicontazione, report e monitoraggio in tempo reale delle vendite nell'area clienti del suo  sito e anche la distribuzione su ordinazione nelle librerie tramite Fast book. Soprattutto non illude gli autori perché dice subito, con chiarezza e onestà, che il libro te lo devi promuovere da solo, senza spacciarsi per un editore. Inoltre, nelle condizioni contrattuali non vi è alcuna cessione di diritti  ma solo l'utilizzo per la diffusione dell'opera ai fini della vendita. Dopo un anno dalla pubblicazione dell'opera, puoi decidere di farla ripubblicare da un editore (sempre che si riesca a trovarne uno affidabile) ritirandola dai circuiti di vendita. Ogni opera è pubblicata con un ISBN che periodicamente viene offerto in omaggio. 
Fin qui gli aspetti positivi, ma veniamo a quelli negativi che riguardano, comunque, ogni servizio di self publishing:
- dovrete impaginarvi il libro da soli e farne l'editing il che significa che se non avete un minimo di competenze sull'utilizzo di programmi di impaginazione grafica (Indesign, Xpress, etc...) dovrete rivolgervi a pagamento ad una tipografia o se siete fortunati potrete cercare tra i vostri amici e conoscenti qualcuno che abbia le giuste competenze;
- I libri illustrati sono i più difficili da realizzare, bisogna controllare la qualità delle immagini, tenuto presente che i self publishing usano la stampa digitale, quindi prima di mettere in vendita l'opera tramite il portale, è meglio ordinare una stampa per valutarne la qualità.
- L'impaginato dei libri illustrati con illustrazioni a doppia pagina deve essere attentamente valutato prima di procedere con la stampa per verificare che la rilegatura in spillato o brossura  non "mangi" parti importanti delle illustrazioni nel lato  interno delle pagine del libro.
-Il prezzo di copertina deve comprendere i ricavi sia per lo stampatore che per l'autore, tolto il costo di stampa;
Nel self publishing è naturale che il prezzo lieviti un po' rispetto ad un libro con tiratura tipografica in migliaia di copie, stampato e prodotto da una grande casa editrice che avrà la forza economica per pubblicizzarlo,distribuirlo e venderlo nelle librerie.
Gli aspetti  negativi sopra elencati sono comunque superabili grazie alla collaborazione che i servizi  più seri di self publishing assicurano, mettendo a disposizione dei clienti una chat diretta per risolvere ogni mancanza in fase di prestampa e pubblicazione.
Alla fine bisogna mettere sul piatto della bilancia pro e contro e valutare se percorrere o meno la strada del self publishing. 
Perché diciamocelo francamente, è ora di dare un segnale forte all' arroganza di una certa finta editoria sempre alla ricerca del facile guadagno, che  si nutre di sogni e bisogni, mortificando il merito, la creatività e il lavoro intellettuale di molti.


P.S. Gli illustratori e autori, all'estero, vengono pagati a compenso per lavoro da prestazione intellettuale. La situazioni di cui sopra è riferita all'Italia dove non si tengono minimamente in considerazione le pubblicazioni realizzate con gli editori esteri e dove le raccomandazioni e gli amici contano più di studio e merito. Ma non credo che tutto ciò sia una novità per noi italiani, piuttosto la regola voluta e consolidata nei secoli dei secoli con la compiacenza di chi accetta compromessi e scorciatoie.

Di seguito un elenco di piattaforme di self publishing, vi consiglio di valutare bene i  loro contratti e le percentuali che offrono agli autori, la trasparenza e chiarezza di rendicontazione,  gli strumenti di pubblicazione, gestione e monitoraggio delle vendite.
AMAZON, YOU CAN PRINT, STREET LIB, IL MIO LIBRO, LULU.